Il disco d’esordio del cantautore rock di Milano con la straordinaria partecipazione di Antonio ‘RIGO’ Righetti, Robby Pellati e Livio Magnini

 

Da venerdì 17 novembre sarà disponibile nei negozi tradizionali, in digital download e su tutte le piattaforme streaming “Bogart Hotel” (M.i.l.k. Records), il nuovo disco di Max Grassi, cantautore rock cresciuto tra l’Hinterland e Milano. Undici brani per undici stanze del “Bogart Hotel” che sono occupate da persone che hanno voglia di raccontarci la loro storia e poi scomparire per sempre, come si fa con uno sconosciuto su un treno.

Max Grassi – Ph credit Fabrizio Stipari ©

In studio, insieme a Max Grassi, musicisti del calibro di Antonio Righetti, al basso, e Robby Pellati, alla batteria, (sezione ritmica della band di Ligabue), Livio Magnini, alla chitarra, (Bluvertigo), e importanti interventi di Dario Ciffo, al violino, (già Afterhours), Pepe Ragonese, alla tromba, Michele Monestiroli, al sax, Andy Fumagalli, al sax (Bluvertigo), Elio Marchesini, alle percussioni e glockenspiel, e Livia Rosati, al violoncello, (Orchestra della Scala) e Nicolò Fragile, al piano.

Il disco è stato registrato, mixato e co-prodotto ai “Saman Studio” di Milano da Livio Magnini con l’assistenza di Tommaso Gangemi mentre è stato masterizzato da Giovanni Versari ai “La Maestà” Mastering Studio. La foto di copertina è di Leonardo Nardella.

Max Grassi nasce a Roma il 4 febbraio 1970 ma cresce nell’hinterland milanese, a Sesto San Giovanni. Da sempre onnivoro di tutto ciò che abita il pentagramma, già negli anni del liceo si unisce a diverse band, fino all’incontro chiave, quello con Lorenzo Galletti, ancora oggi compagno inseparabile dei suoi percorsi musicali. Di lì a breve, unendo la passione per la letteratura a quella per le note, Max inizia a scrivere canzoni che formeranno i suoi primi 2 dischi autoprodotti: “Dove inciampano i sogni” (1997) e “Dopo la pioggia” (1998). Contemporaneamente a questo lavoro, Max diventa giornalista professionista – dopo essersi occupato di spettacolo, cultura e politica approda definitivamente al giornalismo sportivo – e comincia, penna alla mano, a girare il mondo per raccontare eventi tra i più rilevanti. Completamente assorbito dal lavoro, passeranno dieci anni prima di autoprodursi un nuovo disco; “La vita che resta” vede la luce infatti solo nel 2008. Un disco meno intimo e più narrativo che seppure sempre nell’ambito dell’autoproduzione si avvale di importanti collaborazioni come Livio Magnini e Daniele Cavallanti. Dal 2016 lavora alla realizzazione del suo vero disco d’esordio “Bogart Hotel” (2017) in uscita il 17 novembre.

Milano, 26 ottobre 2017