GIUNI RUSSO, IN USCITA IL 18 NOVEMBRE “FONTE D’AMORE”.
Un cofanetto dedicato al grande amico, editore e produttore Carlo Bixio

A trent’anni dall’uscita discografica di “Giuni” (1986) e “Album” (1987), venerdì 18 novembre verrà pubblicato “FONTE D’AMORE”, un progetto musicale composto da 4 dischi che celebra i più grandi successi, e non solo, della straordinaria cantautrice GIUNI RUSSO, famosa per la sua sbalorditiva estensione vocale, l’indiscutibile tecnica e originalità compositiva e la grandissima sensibilità interpretativa, assolutamente fuori dal comune.

cover_fonte-damore_giuni-russoIl cofanetto “FONTE D’AMORE”, in uscita per l’etichetta GiuniRussoArte e distribuito da Artist First, è dedicato alla memoria di Carlo Bixio, editore, produttore e caro amico di Giuni Russo, colui che è stato determinante per la sua carriera artistica e che ha reso possibile nella seconda metà degli anni ‘80 il suo ritorno sulle scene discografiche con la pubblicazione dei dischi “Giuni” e “Album”.

GiuniRussoArte è un’associazione, senza fini di lucro, fondata da Maria Antonietta Sisini nel 2005 per salvaguardare e promuovere il patrimonio artistico e culturale della cantautrice Giuni Russo, scomparsa nel 2004.

 

GIUNI RUSSO, nome d’arte di Giuseppa Romeo, nasce in Sicilia il 10 settembre 1951, come risulta dai documenti anagrafici. In realtà la data della sua nascita si dice sia il 7 Settembre 1951. Famosa per la sua sbalorditiva estensione vocale che le permetteva di coprire quasi cinque ottave, era in grado di unire tecnica indiscutibile, originalità compositiva e sensibilità interpretativa assolutamente fuori dal comune. Tali caratteristiche fanno di questa Artista la figura più peculiare e interessante del panorama musicale italiano e internazionale. Giuni inizia giovanissima a studiare canto e composizione, raffinando precocemente il suo eccezionale talento naturale. Nel 1967 vince il Festival di Castrocaro con il brano “A chi” (Hurt di Timi Yuro), accedendo di diritto al Festival di Sanremo dell’anno successivo. Nel 1968 partecipa col nome di Giusy Romeo alla 18a edizione del Festival di Sanremo. Presenta il brano “No amore”, che farà parte del suo primo 45 giri. Nello stesso anno pubblica altri due 45 giri, contenenti tra gli altri, “L’Onda” e “I Primi Minuti”, versione italiana di “I Say A Little Prayer” di Aretha Franklin. Nel 1969 si trasferisce a Milano, che diverrà la sua città d’adozione. Incontra Maria Antonietta Sisini, musicista che per ben 36 anni dividerà con lei le gioie e i dolori in una felice e rara comunione di vita e Arte. Nel corso degli anni ’70 cambia il suo nome in Junie Russo e incide alcuni brani a tiratura limitata per piccole etichette discografiche. È del 1975 il suo primo album, interamente in inglese, “Love Is A Woman”, oggi ricercatissimo dai collezionisti. Tutti i brani sono firmati da Giuni e Maria Antonietta Sisini. Nel 1978, utilizzando per la prima volta il nome d’arte Giuni Russo, ottiene un buon riscontro con il fortunato 45 giri “Soli Noi/La Chiave”, che si afferma anche sul mercato francese.

Nel 1981 Giuni pubblica il raffinatissimo “Energie”, ma il grande successo arriva l’anno successivo, nel 1982 con il singolo “Un’Estate Al Mare”, brano che le consegna la vittoria del Festivalbar e che tocca i vertici delle classifiche dove resta per mesi, facendola conoscere al pubblico più vasto. Dopo questo successo viene ripubblicato “Energie”. Il clamoroso successo del brano, se da un lato conferisce una grande notorietà all’artista, dall’altro ne condiziona la carriera. Non è infatti semplice mantenere l’equilibrio tra la popolarità e quell’operazione di ricerca e sperimentazione musicale che è una costante del percorso artistico di Giuni. Le successive incisioni “Vox” (1983), “Mediterranea” (1984), “Giuni” (1986) e “Album” (1987), rivelano un’artista in continuo divenire, capace di fondere il ritmo orecchiabile delle sue numerose hit (“Good Good Bye”, “Sere d’Agosto”, “Limonata Cha Cha Cha”, “Mediterranea”, “Alghero”, “Adrenalina”) con uno sperimentalismo vocale e strumentale veramente unico. Nell’88, con l’album “A Casa di Ida Rubinstein” arriva la svolta che chiude definitivamente la sua fase “leggera”: realizzando contaminazioni originali e sorprendenti, Giuni esegue note arie e romanze di Bellini, Donizetti e Verdi, un repertorio che conferma la naturale vocazione di Giuni alle contaminazioni musicali più all’avanguardia e che la consacra come prima ed unica interprete della “musica di confine”. La pubblicazione di questo disco vedrà in seguito l’artista impegnata in prestigiose tournee con enti lirici e culturali. Questo sperimentalismo, tuttavia, è guardato con sospetto dalle case discografiche, con le quali i rapporti diventano sempre più difficili. Nel 1992 Giuni pubblica “Amala”, una raccolta di successi che contiene due inediti: “Amala” e “Alla Spiaggia dell’Amore”. Nel 1994 esce un album co pletamente inedito, “Se Fossi Più Simpatica Sarei Meno Antipatica”, originale operazione di rilettura di un testo di Ettore Petrolini, da cui viene estratto il singolo Fortunello. Giuni segue un percorso sempre più personale: collabora con scrittori e poeti, studia antichi testi sacri, tiene numerosi concerti, compone nuove canzoni. È in questo periodo che l’artista si avvicina alla spiritualità carmelitana e comincia ad ammirare le figure di Santa Teresa D’Avila, di Edith Stein, di San Giovanni della Croce, i cui scritti sono per lei fonte di continua ispirazione. Nel 1997 è impegnata in teatro con Giorgio Albertazzi e canta versi di Jorges Luis Borges nello spettacolo di musica e poesia contemporanea Verba Tango e pubblica il singolo Gabbiano, anteprima di un progetto discografico dal titolo “Gelsomini d’Arabia”.

Nel 1998 pubblica il primo album live dal titolo “Voce Prigioniera”. Nel 2002, dopo ben quattro anni di assenza dal mercato discografico, caratterizzati da un’intensa attività live, Giuni pubblica “Signorina Romeo live”, una selezione di brani eseguiti durante i concerti tenuti negli anni precedenti. Nel 2003 il grande ritorno: Giuni partecipa al 53esimo Festival di Sanremo con “Morirò d’Amore”, il brano che intitola anche il suo nuovo album. Alla fine del 2003 viene pubblicato “Demo De Midi”, quattordici brani inediti incisi in versione demo negli anni ’80 e ’90. Il 2004 è l’anno di “Napoli Che Canta”, suite musicale per il film omonimo (1926) di Roberto Leone Roberti pubblicata in CD e DVD. Nella notte tra il 13 e il 14 settembre 2004 Giuni Russo si è spenta nella sua casa di Milano.

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Milano, 10 ottobre 2016