Un duo sperimentale che fonde la musica classica con quella balcanica, ritmi argentini con il jazz d’avanguardia, utilizzando l’elettronica in maniera innovativa. E’ questa l’essenza del Duo Onirico Sonoro, band formata da Annalisa de Feo, pianista compositrice, e il percussionista Marco Libanori, due musicisti eclettici che creano un universo sonoro coinvolgente e colorato.

Dopo la pubblicazione del primo album dal titolo omonimo il Duo ha appena terminato la lavorazione del nuovo disco che verrà pubblicato e prodotto nell’estate del 2018 dall’etichetta discografica Filibusta Records: un progetto avanguardistico che verrà anticipato dall’uscita del video “Jouer et Danser” girato dal regista Renato Chiocca. Una nuova veste dunque, con cui la band, pur rimanendo coerente alla propria identità permeata di eclettismo, si spinge ancora più in là rispetto alle sonorità del primo album. La sorpresa e l’inaspettato insieme con la diversità di input e suggestioni rimane la chiave di lettura della band che ora abbraccia un respiro più ampio.

Il videoclip di Jouer et Danser ne è la conferma perché attraverso musica ed immagini, affronta ed analizza in maniera profonda il tema dell’immigrazione. Non a caso il video è stato girato con i ragazzi della struttura di Accoglienza La Pergola:

A proposito scrive il regista Renato Chiocca: L’occasione della realizzazione del video è stata quindi opportuna per coinvolgere il gruppo ArteMigrante come protagonista, un gruppo composto di ragazzi provenienti da varie parti del mondo, dall’ Albania, al Gambia, dall’India all’ Egitto, che attua da anni una ricerca di teatro sociale contaminata a varie forme espressive. All’ interno di una coreografia data dalla messa in azione del luogo, abbiamo lasciato libera espressione fisica e musicale ai ragazzi di ArteMigrante, rendendoli attori prima di una rappresentazione tipica di quel lavoro per poi, nello stesso luogo, lasciarli liberi di ballare.

In una nota rilasciata dalla Coordinatrice del Centro di accoglienza Lavinia Bianchi si legge che: “L’idea portante nasce dall’osservazione di alcuni luoghi di lavoro dove quasi per auto-segregazione, i migranti sembrano trovare l’unica collocazione: frutterie e autolavaggi. In particolare, l’antefatto si riferisce alla ricerca etnografica del 2016 dedicata ai “luoghi di resistenza” dei migranti: in una frutteria di Roma, nel quartiere Garbatella, dopo l’orario di chiusura, lo spazio veniva trasformato in una sala da ballo. Il video racconta la trasformazione di un altro luogo di lavoro, un autolavaggio, come ce ne sono molti in provincia di Latina, enfatizzando le pratiche di resistenza dei giovani migranti, la loro resilienza in contrasto con la riproduzione di una violenza simbolica e, appunto, segregante. Il valore aggiunto del progetto, è il coinvolgimento dei ragazzi provenienti dal sud del mondo, accolti nella struttura di accoglienza “La pergola”, tutti componenti del gruppo di teatro-sociale “ArteMigrante”. L’obiettivo estetico ed etico, è la sensibilizzazione alle tematiche dell’antirazzismo, dell’educazione alla pace e alla fratellanza. Il prodotto è pensato per la divulgazione con obiettivo di ‘passare un messaggio’ fortemente interculturale.”