Abbiamo ascoltato l’ultimo album degli Stella Maris di cui vi consigliamo l’acquisto e vi invitiamo all’ascolto per questo inizio 2018

Il primo album che abbiamo ascoltato in questo inizio 2018 è Stella Maris degli Stella Maris, progetto omonimo che si distingue per le sonorità che ci riportano indietro nel tempo, agli inizi degli anni ‘70, anni della psichedelia musicale italiana, quella del rock progressivo di certi gruppi musicali come PFM, Orme, etc.

A farla da padrone durante tutto il percorso auditivo dell’album, le chitarre acustiche ed elettriche, accompagnate dal basso e dalla batteria, nulla più.

La voce trainante è quella di Umberto Maria Giardini, una voce omogenea, ben temprata, calda e pungente allo stesso tempo.

La band, progetto Stella Maris, è composta da Umberto Maria Giardini alla voce (ex Moltheni), Ugo Cappadonia e Gianluca Bartolo alle Chitarre acustiche ed elettriche ( Il Pan del Diavolo), Emanuele Alosi alla Batteria e alle Percussioni (La Banda del Pozzo), Paolo Narduzzo al Basso (Universal Sex Arena).

Bella anche la cover dell’album. Un piatto di porcellana in stile impero con dei fiori decorativi che ricordano la durezza della porcellana, in questo caso il rock, ma anche la delicatezza e la purezza che contraddistingue l’intero album ovvero: rock si ma, in punta di piedi, con eleganza.

Tracklist – Invito all’ascolto

1. L’umanità indotta – Molto bella questa canzone. Ritmo sostenuto per tutta la durata del brano. Molto bello anche sentire questi ritmi brit, inseriti in canzoni dai testi italianissimi. Orgogliosi di essere italiani.

2. Rifletti e rimandi – Rock fresco ed energizzante, con quel tocco di brit pop che non guasta. Bello il testo che parla di problemi della quotidianità odierna, dei giorni nostri, sempre alle prese con la tecnologia, i Governi che si succedono ma che non funzionano, le finanze spesso in ribasso di molti portafogli vuoti.

3. Piango pietre – Rock di quello tosto ma sempre con eleganza. L’intro e la ritmica che si sussegue durante tutto l’ascolto del brano, ricorda la “Celebration” della PFM (Premiata Forneria Marconi) degli anni ’70. Bello lo stile vocale di Umberto Maria Giardini in questa canzone. Uno stile vocale che ci riporta al Franz di Cioccio della PFM.

4. Quella Primavera silenziosa – Questo è il nostro brano preferito dell’album. Una ballad pop/progr malinconica ma ritmata al punto giusto. Bellissimo il ritmo delle chitarre elettriche, un po’ “hawaiane”, quelle chitarre di tipo “Gibson” tanto per intenderci.

5. Coglierti nel fatto – Questo brano potremmo invece collocarlo negli anni ’80 quando si iniziava a sentire anche in Italia gruppi come Oasis, The Verve, ovvero, alternative rock britannico a tutti gli effetti.

6. Eleonora no – Chi sarà mai questa Eleonora ? Bellissimo questo brano che gli Stella Maris hanno dedicato a questa fanciulla. Lo stile è quello “The Smith”, rock anni ’80 con stile !

7. Non importa quando – Ci piace molto anche questa ballad. Romantica ma non troppo, con quella punta di malinconia che ci fa sognare ma, coi piedi per terra.

8. Quando un amore muore non ci sono colpe – Anche questo brano si colloca perfettamente nel periodo ’80 stile “The Smith”. Bella la ritmica e bello il suono delle chitarre che dettano il passo dell’intero brano.

9. Tutti i tuoi cenni – Vi ricordate “Soli si muore” di Patrick Samson, una bellissima canzone degli anni ’70 con un sottofondo di chitarre che, ascoltato ai giorni nostri risulta attualissimo, come questo bel brano degli Stella Maris che ancora una volta ci fa sognare.

10. Se non sai cosa mangi, come puoi sapere cosa piangi ? – Bello il testo, bello il ritmo, di un eleganza “acustica” che si fa ricordare per il suo riff.

Bell’album, che si fa ricordare nel tempo. Ve lo consigliamo senza dubbio !

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Recensione di Anna Lisa Zitti
Redazione Indexmusic
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