I Quadri di un’esposizione del grande russo in Auditorium con laVerdi diretta da Aziz Shokhakimov. Completa la locandina la Sinfonia n. 4 di Nielsen

 

Venerdì 6 e domenica 8 Aprile. Auditorium di Milano – largo Mahler. Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi Direttore Aziz Shokhakimov.

Non c’è dubbio: Quadri di un’esposizione non soltanto è un evergreen della storia della musica tout court ma è uno tra i classici più amati e ascoltati dal grande pubblico, nel senso più trasversale del termine, dentro e fuori le sale da concerto.

Il M° Shokakhimov durante le prove – Ph credit Marco Biancardi ©

La Suite di Modest Petrovic Musorgskij, nella versione per orchestra di Maurice Ravel, è diventata nel tempo un cavallo di battaglia de laVerdi, che la propone al pubblico milanese in doppia data venerdì 6 (ore 20.00) e domenica 8 (ore 16.00) aprile, all’Auditorium di Milano Fondazione Cariplo. Sul podio di largo Mahler, assistiamo al gradito ritorno dell’uzbeko Aziz Shokhakimov, che condurrà l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi anche nell’esecuzione della Sinfonia n. 4 L’inestinguibile, del danese Carl August Nielsen, a completamento della locandina di questo 21° programma della stagione sinfonica. (Biglietti: euro 36,00/16,00; Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler; orari apertura: mar/dom, ore 10.00/ 19.00. Tel. 02.83389401/2, laverdivivaticket).

Programma: Fra i numerosi pezzi orchestrati di Ravel, propri e di altri au¬tori, Quadri di un’esposizione di Musorgsky (1839-1881) costituisce forse il lavoro più celebre. Il musicista francese lo condusse a termine nel 1922, dietro invito del diretto¬re d’orchestra Koussevitzky, con un rispetto pressoché assolu¬to del testo originale. Con prodigiosa intuizione interpretativa, Ravel ha compiuto, più che una trascrizione, una vera e propria ricreazione della musica, dando luogo a un magico gioco di tin¬te che, nella composizione pianistica di Musorgsky, erano ne¬cessariamente sottintese o allo stato di potenzialità, e lasciate quindi all’immaginazione dell’ascoltatore. È un dato di fatto che la versione raveliana non solo è consi¬derata la migliore fra le tante intervenute per orchestrare i Quadri, ma si è praticamente imposta nelle sale da concerto an¬che sull’originale, assumendo in un certo senso il ruolo di «au¬tentica».

Aziz Shokakhimov dirige laVerdi – Ph credit Paolo Dalprato ©

Musorgsky compose la suite pianistica nel 1874, ispirato da un’e¬sposizione postuma tenutasi a Mosca delle opere del pittore e architetto Viktor Hartmann, suo grande amico scomparso l’an¬no prima. La mostra comprendeva disegni e acquerelli di vario genere. Hartmann faceva parte di quel gruppo di intellettuali e artisti che il movimento dei Cinque (Balakirev, Cui, Rimskij¬-Korsakov, Borodin e lo stesso Musorgsky) aveva raccolto at-torno a sé e con i quali si batteva per un’arte libera da ogni in¬flusso straniero. Il compositore si servì di dieci dei quindici la¬vori esposti, per comporre una suite secondo i det¬tami della musica a programma, imperante all’epoca.

Carl August Nielsen (1865-1931) può certamente essere considerato il più significativo compositore danese, ancorchè la sua fama non vada molto oltre l’area prettamente scandinava. Ancora oggi, nonostante gli sforzi di grandi direttori d’orchestra tra cui Leonard Bernstein, il nome di Nielsen è scarsamente presente nei programmi europei. Con questa Quarta sinfonia op. 29, scritta tra il 1914 e il 1916 – quindi in un frangente particolarmente drammatico per la società europea, a causa del perdurante conflitto mondiale – Nielsen interpreta una certa sua propria visione del mondo. Profondamente affascinato dalla natura umana, ne dà un ritratto intenso, spiegando lui stesso, nella prefazione alla partitura, il significato del titolo L’inestinguibile: “Col titolo L’inestinguibile il compositore ha cercato di indicare con una parola quello che è in grado di esprimere la musica stessa: la volontà elementare di vivere. La musica è viva, e come tale inestinguibile”. Un bel messaggio d’ottimismo e di speranza, dati i tempi, non c’è che dire.

Il M° Shokhakimov e Boris Petrushansky – Ph credit Paolo Dalprato ©

Aziz Shokhakimov, direttore. Kapellmeister Deutsche Oper am Rhein, Direttore Principale National Symphony Orchestra Uzbekistan, Aziz Shokhakimov attira su di sé l´attenzione del mondo musicale nel 2010, vincendo a soli 21 anni il secondo premio al concorso internazionale per direttori d’orchestra Gustav Mahler, indetto dai Bamberger Symphoniker. Da questo momento Aziz Shokhakimov riceve numerosi inviti da rinomate orchestre internazionali e debutta presso la Sächsischen Staatskapelle Dresden, la Kammerphilharmonie Bremen, i Düsseldorfer Symphonikern, la RadioSinfonieorchester Stuttgart, la HR-Sinfonieorchester, i Dresdner Philharmonikern, la Tonkünstlerorchester Niederösterreich, l’Orchestra Philharmonique de Strasbourg in Francia, l’Orchestre Philharmonique de Monte Carlo, la London Philharmonic Orchestra, la Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna e l’Orchestra Filarmonica della Fenice in Italia, la Sinfonia Varsovia in Polonia, e presso la Houston Symphony Orchestra, la Pacific Symphony e l’Oregon Symphony Orchestra negli Stati Uniti d´America. Nato nel 1988 a Tashkent (Uzbekistan), a sei anni Aziz Shokhakimov è ammesso alla Uspenskij, scuola per bambini di grande talento musicale, dove impara a suonare il violino e la viola.

Successivamente studia direzione sotto la guida di Vladimir Neymer. A soli 13 anni debutta come direttore d’orchestra sul podio dell’Orchestra Sinfonica Nazionale dell’Uzbekistan, dirigendo la quinta sinfonia di Beethoven e il primo concerto per pianoforte di Liszt. Soltanto un anno dopo dirige per la prima volta la “Carmen” all’Opera Nazionale Uzbeka. Nel 2001 è nominato assistente direttore dell’Orchestra Sinfonica Nazionale dell’Uzbekistan, di cui è direttore principale dal 2006. Parallelamente al repertorio sinfonico, Aziz Shokhakimov è molto attivo anche in ambito operistico. Nella stagione 2013/14 dirige la produzione di “Eugenio Onegin” di Tchaikovsky presso il teatro Comunale di Bologna. Dopo aver diretto una recita di “Carmen” alla Deutsche Oper am Rhein, viene qui nominato Kapellmeister a partire dalla stagione 2015/16 e vi dirige diverse opere tra cui “Aida”, “I racconti di Hoffmann” e “Rigoletto”. La prossima stagione lo vedrá inoltre alla direzione di una nuova produzione di “Madame Butterfly”. Dopo esser stato selezionato nel maggio 2016 tra piú di 100 candidati per partecipare al Salzburg Festival Yound Conductors Award rivolto a giovani direttori d´orchestra, Aziz Shokhakimov dirigerà in agosto la Camerata Salzburg come finalista del concorso.

20 Marzo 2018