Domenica 22 maggio alle 21 all’Auditorium “Roberto Verti” la pianista calabrese residente a Parigi affronta tre aspetti di Schubert: il salottiero della Grazer Fantasie, l’angosciato della Sonata in la minore e il sublimato dell’ultima Sonata in si bemolle maggiore, scritta a pochi giorni dalla morte: “un canto velato di pianto”

 

“L’indole della pianista Maria Perrotta è discreta e misteriosa. Ha un passo in levare, più che in battere. Inafferrabile e felpato. Ma quando affronta la tastiera il suo approccio naturale alla musica regala magiche sorprese”. Così Leonetta Bentivoglio descrive in una recente intervista su Repubblica la pianista Maria Perrotta, calabrese d’origine ma da anni residente a Parigi, che domenica 22 maggio 2016 alle 21 torna a suonare a Modena per la Gioventù Musicale d’Italia, questa volta in recital all’Auditorium “Roberto Verti” dell’Istituto Vecchi-Tonelli (via C. Goldoni 8) con un intenso programma tutto dedicato a Franz Schubert dal titolo “Da straniero inizio il cammino”.

MODENA, ITALY - OCTOBER 23: Italian musician pianist Maria Perrotta performs at San Carlo Theatre on October 23, 2014 in Modena, Italy. (Photo by Roberto Serra - Iguana Press/Getty Images) *** Local Caption *** Maria Perrotta

Apre la giovanile e rarissima Grazer Fantasie in do maggiore D 605a, ritrovata in un baule nel 1962 e pubblicata non senza dubbi sulla sua autenticità nel 1969, poi la Sonata n. 14 in la minore D 784, un’opera particolarmente tragica poiché composta nel 1823 allorché Schubert apprese di soffrire di sifilide, infine la Sonata n. 21 in si bemolle maggiore D 960, composta nel miracoloso anno 1828 a pochi giorni dalla morte e considerata il suo testamento musicale.

Si tratta di un programma monografico estremamente denso e difficile, nel quale sono presenti tre aspetti della poetica schubertiana: la classicità e la brillantezza dei verdi anni giovanili, allorché un diciottenne Schubert in cerca di se stesso studia a Vienna con Antonio Salieri, l’angoscia e la tragicità della Sonata in la minore, ispirata dalla consapevolezza di una morte vicina, infine la sublimazione del dolore degli ultimi giorni, esplicitati nella grandiosa Sonata in si bemolle maggiore. Una sonata ‘monstre’ quest’ultima, dai tempi eccezionalmente dilatati, in cui Schubert fa confluire tutto il suo magistero armonico-formale e la sua inimitabile fantasia creativa.

Il secondo movimento, ‘Andante sostenuto’ “possiede un’atmosfera di attonita, lugubre introspezione – scrive Sergio Sablich – quasi una plumbea stagnazione della volontà nell’offuscamento, nell’apatia e nella stanchezza. L’uso impressionistico del pedale di risonanza rende evanescenti i contorni di questo canto velato dal pianto, mentre la scrittura a mani incrociate realizza persino vivamente l’idea di movimento impedito, incatenato. Si contemplano qui i desolati paesaggi della Winterreise, ma nel chiuso di una stanza parata a lutto: come se la musica ripensasse la vita in interni sul letto di morte, soffocando ma non reprimendo i singhiozzi.”

Maria Perrotta, che ama portare in pubblico programmi complessi e opere considerate capisaldi della letteratura come le Variazioni Goldberg di Bach o le Ultime Sonate di Beethoven, approda ora a Schubert, dopo aver suonato in pubblico molto Chopin: recente la pubblicazione in CD per la Decca di un suo recital chopiniano che ha fatto scrivere al critico francese Jean-Charles Hoffelé:

«È fatta così, Maria Perrotta, apre col primo Notturno op. 9 e lo canta come fosse Bellini, largo, timbrato, rotondo, cercando nel colore un’ombra che al secondo tema si trasforma in un corale. Sposa in un sol gesto l’espressione e la forma, segreto di Chopin che dispiegava il ventaglio dei suoi sentimenti sul Clavicembalo ben temperato di Bach. Dunque non l’ha frequentato invano».

MARIA PERROTTA, pianoforte
Applaudita come interprete particolarmente comunicativa, Maria Perrotta si afferma in importanti concorsi fra cui il “Rina Sala Gallo” di Monza, il “Premio Encore! Shura Cherkassky” (2008) e il Concorso “J. S. Bach” di Saarbrücken (2004), premio quest’ultimo che la impone sulla scena pianistica internazionale come una significativa interprete bachiana, riscuotendo ampi successi di pubblico e di critica: «Maria Perrotta sa sfruttare le risorse del pianoforte moderno senza incorrere in inesattezze stilistiche. Il suono di vitrea trasparenza, la tessitura sempre percepibile, l’interessante articolazione della frase hanno reso la musica di Bach in modo ideale» (Saarbrücker Zeitung).

Registra per la Radio Tedesca, per la Rai e Sky Classica. Incide in esclusiva per Decca. La sua incisione dal vivo delle Variazioni Goldberg di Bach ottiene il favore della critica specializzata: 5 Stelle delle riviste Amadeus e Musica, 5 Stelle e Disco del Mese della rivista Suonare News, Premio della Critica 2012 promosso dalla rivista Musica & Dischi. Di recente uscita per Decca un recital dal vivo interamente dedicato a Chopin.

Maria Perrotta studia al Conservatorio di Cosenza, dov’è nata, con Antonella Barbarossa e si diploma con lode al Conservatorio di Milano con Edda Ponti. Ottiene il Diploma Superiore di Musica da Camera all’École Normale de Musique di Parigi, si perfeziona a Imola con Franco Scala e Boris Petrushansky e in Germania con Walter Blankenheim. Nel 2007 si diploma con lode presso l’Accademia di Santa Cecilia nella classe di Sergio Perticaroli. Arricchisce la sua formazione con Cristiano Burato e François-Joël Thiollier. Vive a Parigi.

20 maggio 2016