Buongiorno Pamela e benvenuta nel nostro salotto dedicato alle donne della musica, dove ogni mese intervistiamo una donna che lavora nel mondo musicale, anche dietro alle quinte o a livello manageriale, così da scoprire sempre di più come le donne conciliano il lavoro con tutte le miriadi di altre cose che fanno parte della loro vita: famiglia, casa, figli, ma soprattutto come gestiscono il proprio lavoro nel settore musicale.

Tu ti occupi di musica con una professione molto particolare. Puoi dirci di che cosa ti occupi, così anche i nostri lettori vengono a conoscenza di questa professione molto interessante?

Sono un editore musicale con sede a Londra e mi occupo di sincronizzazioni. La sincronizzazione nell’industria musicale è il processo per avere una composizione musicale in connessione con un’immagine video. Potrebbe essere una serie tv, un film, una pubblicità, o qualsiasi cosa con una piattaforma visiva. Lo trovo un mondo affascinante e a cui mi sento particolarmente attratta. Non avrei mai immaginato anni fa, di poter lavorare in un ambiente top della supervisione e a fianco di produzioni tv e cinematografiche internazionali. Dalla mia passione per la radio, all’etichetta discografica e le esperienze di produzione e management, ora per me e’ come scoprire il lato ‘B’ delle canzoni. Ho anche studiato qui a Londra (e non si finisce mai anche alla mia eta’), e quando ho ricevuto il Certificate di Publishing, Sync e licensing alla School of music business, ho ricevuto la proposta da parte di un sync team BMG. Una coincidenza incredibile, avevano bisogno di una persona di esperienza come me, ed io ho colto l’impegno per dimostrare le mie capacità’. La mia musica sara’ su Netflix, NBC, The CW, Amazon Prime, e a breve anche l’uscita della mia prima collaborazione con Warner Bros.

Ad un certo punto della tua vita decidi fermamente di trasferirti a Londra. Come mai questa scelta ?

Da giovanissima ho avuto l’onore di lavorare in grandi produzioni come il Teatro Sistina e la Compagnia della Rancia, in teatro. Anni trascorsi sui palcoscenici e in sala prove. Tutto un universo fatto di studio e la vita era concentrata su quello, non c’era il tempo per fare altro. In un’ audizione in Germania, dimenticai lo spartito del brano sul pianoforte usato all’audizione. Era la sola copia cartacea che possedevo del brano ‘The music that makes me dance’ interpretato da Barbra Streisand nel musical Funny Girl. Pensare che oggi puoi avere tutte le copie che vuoi da un unico file!

Mi feci un lungo viaggio in treno di notte, in un vagone completamente vuoto, per arrivare in tempo in scena con ‘A Chorus Line’ (musiche di Marvin Hamlisch). Ah si, sono e resterò per sempre, una dei pionieri del musical in Italia, grazie al regista Saverio Marconi, come Original Italian Cast. Era il 1990 e debuttammo al Festival di Todi, come non ricordare il momento in cui entrarono in camerino Pippo Baudo e Katia Ricciarelli! Poi Pippo ci invito’ a partecipare a Taormina Arte in diretta Rai! Il musical resta una mia grande passione, ma i tempi sono cambiati e forse quel tipo di carriera non esiste piu’.

Mi auguro comunque che i giovani possano sempre essere supportati. Molti studiano e hanno talento, ed e’ giusto dargli un opportunità. Per quanto riguarda Londra, ho sempre avuto un’ attrazione per questa città (come anche New York dove ho studiato per un breve periodo) dove c’e’ tutto e puoi dimostrare quello che sai. Qui ho trovato il mio spazio, e aperto la mia Publishing Company. Nello specifico, quando arriva il pezzo giusto, ecco, li’ ho un brivido e vorrei che tutti avessero la stessa sensazione e mi da’ soddisfazione essere un ‘tastemaker’! Il grande scrittore Von Goethe diceva: “One ought, every day at least, to hear a song, read a good poem, see a fine picture, and, if it were possible, to speak a reasonable words.’’ (Uno dovrebbe, almeno ogni giorno, ascoltare una canzone, leggere una buona poesia, vedere un bel quadro e, se fosse possibile, pronunciare parole ragionevoli). Questo e’ il mio motto, che si parli di musica o arte in generale.

Musicalmente parlando, un’artista a Londra è più tutelato ? Come funzionano le produzioni e la carriera di un’artista a Londra ?

Qui quasi tutti si producono e si gestiscono da indipendenti. Pochi di loro, hanno il manager, ma al massimo un team di lavoro per la parte creativa. Sono manager di se stessi, anche se firmano con un’etichetta discografica. Le persone si raggruppano anche per genere musicale nei live e ci sono molte agenzie di management e collective che danno spazio agli emergenti. Per il mio campo e’ importante specificare che il supervisore musicale è il capo del dipartimento musicale di un film o di uno show televisivo e seleziona e concede in licenza la musica per la produzione. La maggior parte dei supervisori musicali lavora come free-lance sulla base di un progetto, ma altri possono essere impiegati da una società di produzione o da una società di supervisione musicale. In Italia ha un altro significato. Sono molte le associazioni che supportano il settore. Esiste l’AIM (Association Independent Music) e sono stata lusingata che mi abbiano inserita nella loro Directory, un prezioso documento, che mostra i contatti dei supervisori ufficiali dell’industria musicale (ringrazio Sara Al Hamad). Per non parlare della UK & European Guild of music supervisor, un’ affiliazione che comprende i professionisti e che esiste anche in US.

La Tua carriera è ricchissima di avventure ed aneddoti, puoi ripercorrerla e raccontarci qualche aneddoto curioso ?

Pamela Pagano CEO di OML Sync ©

Ce ne sono tanti. Dalle tournée con la mia band, all’organizzazione e selezioni di vari festival. Dalle tournée teatrali con grandi at-tori, alle fiction in tv. Dalle registrazioni dei miei dischi a quelle dei miei studenti cantanti. Uno in particolare e’ nel mio cuore, la sostituzione nel primo ruolo in ‘Sette Spose per sette fratelli’, a fianco di Raffaele Paganini e Manuel Frattini (un saluto a questo artista che ci ha lasciato). Era un sabato sera, teatro dello Smeraldo di Milano (non esiste più), sold out. In mezzo, tante altre storie di incontri meravigliosi come con Mario Scaccia, uno degli attori più importanti del teatro di prosa, che mi diede un copione intero di Molière da studiare per un provino e poi mi venne a vedere in teatro. Passando per Giro Fiat Tour, era il ’95, dove ho conosciuto Mietta, una delle mie più care amiche di oggi. E quella di Domenica In, avevo solo 18 anni, con Lino Banfi.

Ancora si faceva l’audizione ‘base’ di danza classica, per poter lavorare in Rai. Un altro momento memorabile, e’ stato quello del live in Piazza dell’Orologio a Praga, non avevo mai firmato così tanti autografi. E come non dimenticare il concerto per una radio importante a Trento, ci esibimmo e dopo aver cantato qualche brano, venne giù la tempesta portando via il palco! E come il premio Oscar dei Giovani, consegnato dal Sindaco di Roma con una celebrazione in Campidoglio. Mandammo qualcuno a ritirare il Premio, perchè noi eravamo troppo impegnati! E come non ricordare le selezioni qui a Londra per decretare la band inglese vincitrice che avrebbe calcato il grande palco del Primo Maggio di Roma.

Cosa pensi della musica italiana che nonostante la pandemia sta comunque ottenendo grandi riscontri di pubblico e ascolti?

Tutto sembra piu’ facile, avendo alla portata di mano la distribuzione digitale. Ma a volte credo che gli ascolti vengano ‘sistemati’ in base alla potenza dell’etichetta o della radio. Vorrei che tutti quei ‘plays’ fossero veri. E purtroppo anche se ci sono i ‘numeri’ nel nostro paese, all’estero sono completamente irrilevanti. In generale non mi piace seguire le classifiche.

Sanremo, i Talent: cosa ne pensi ?

Ora e’ tutto meccanizzato e le regole sono sempre le stesse. Non trovo affatto giusto entrare in un talent già con un contratto discografico ed editoriale. Troppi meccanismi collaudati: album già pronti, look impacchettati da stilisti e social pieni di followers. Per quanto riguarda Sanremo 2021, mi piace molto il brano dei Coma Cose, mi mette il buon umore. E poi trovo notevole la personalità de La Rappresentante di Lista, riesco a vedere il loro lato ‘attoriale’. Sanremo lo vedo volentieri, ma da anni aspetto il momento della ‘rivoluzione’ musicale, che non arriva mai. Volete una mano?

Pensi che una donna faccia più fatica di un uomo a destreggiarsi nel mondo della musica ?

Forse in Italia si, ma all’estero non c’e’ questa distinzione. Non ci deve essere da nessuna parte. Siamo uguali e forse le donne aggiungono una certa dose di intuito. Mi piacerebbe anche che altre donne prendessero questo ‘potere’ in Italia in campo discografico. Qui e’ normale che ruoli Senior siano dati alle donne che escono dalle Universita’ dove si studia produzione e management musicale. Per quanto riguarda le artiste femminili del mio roster, sono molte. Conosco le loro differenti personalità a seconda della nazionalità e le trovo straordinarie e creative. Ho rispetto per loro, come per gli uomini, e so quanto lavoro c’e’ stato dietro la loro arte musicale. Mi affidano la loro musica, e ne vale la pena. Un solo brano in un film, puo’ fare il successo dell’intera carriera e soldi in entrata per tutti.

Hai nuovi progetti di cui ci vuoi parlare?

Quando sono arrivata qui, già conoscevo Londra, anche se la mia Company e’ nata solo a fine 2019 ma i risultati sono evidenti e presto potrò rivelare i titoli delle serie e dei film (magari nella prossima intervista!). Sto anche curando altri contatti e partnerships con label e agenzie. Proseguirò con un grosso progetto per usare la musica pop degli emergenti internazionali, nelle serie e nei film. In un certo senso la rivoluzione e’ già in atto!

La Radio, un’altra tua passione. Pensi di tornare con un tuo programma ?

Con Overview, continuo a ricevere centinaia di submissions a settimana. Ora il tempo e’ po-co, e mi limito a trasmettere i brani piu’ interessanti senza confezionare il programma. Al momento siamo in onda su una radio che ha sede a Greenwich e che si chiama AFX, supportata dall’agenzia weareymx.com, e disponibile anche in App per gli smartphones. Ma non vedo l’ ora di ricominciare a trasmettere in Italia, la mia mission e’ far conoscere tutta questa nuova musica, ma aspetto un progetto nuovo, mi piace crescere.

Vorrei ringraziare Anna Lisa Zitti, per la sua grande professionalità e passione musicale. Possiamo dirlo ai tuoi lettori, che siamo disponibili su Clubhouse, per parlare di musica e anche dare spazio alle donne! Il futuro e’ alle porte! Grazie per questa bella intervista e speriamo prima o poi di condurre un programma insieme!

Con molto, molto piacere !

Grazie Pamela per il tempo che ci hai dedicato e in bocca al lupo per la tua carriera e la tua vita !

Intervista di : Anna Lisa Zitti per Indexmusic ©

 

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